La vittoria a Parigi

Nel marzo del 1929 la Roma disputò la sua prima partita all'estero cogliendo una clamorosa vittoria. Giocò nello stadio parigino di Buffalo, quello celebrato da Eugenio Montale, e al seguito della squadra viaggiarono molti simpatizzanti romani. I giocatori della Roma dettero ai loro tifosi una bella soddisfazione, travolgendo il prestigioso Club Francais addirittura con il punteggio di 5-0.
«Di fronte ai campioni di Parigi - scrisse" La Gazzetta dello Sport" dell' 11marzo 1929 - la Roma ha dato un saggio genuino di vero gioco. Da questo punto di vista la vittoria dei romani sconfina dai limiti di un successo di club per assumere il carattere ben più vasto di un trionfo di tutto il calcio italiano. Non solo i "lupi" hanno stravinto, ma si sono permessi il lusso di dare una lezione ai loro avversari francesi, che pure recentemente avevano dato scacco matto al poderoso squadrone dello Slavia di Praga. Mai sino ad oggi in terra di Francia una squadra italiana aveva saputo strappare una vittoria così strabiliante». La Roma si schierò sul terreno di Buffalo con Ballante; Barzan, De Micheli; Ferraris IV (cap.), Bernardini, D'Aquino; Benatti, Fasanelli, Volk, Landolfi, Chini. ]osephine Baker, allora popolarissima, dette il calcio d'inizio. I giallorossi si assicurarono il netto successo già dal primo tempo, segnando tre gaI con una doppietta di Volk e una rete della mezzala argentina Landolfi, ceduta in prestito per questa gara dal Barracas di Buenos Aireso Nella ripresa l'incontrastata superioritàdella Roma si concretizzò in altre due reti, elegantemente firmate dall'immancabile Volk e da Chini.
Pochi giorni prima di partire per la Francia la società giallorossa aveva ospitato allo Stadio Nazionale (oggi Flaminio) la squadra del Barracas di Buenos Aires. Ne era scaturito un incontro spettacolare ed interessante, vinto dalla Roma per 2-1 con reti segnate da Fasanelli e Chini. Tra gli avversari piacque soprattutto la mezzala sinistra Landolfi, che era di origine italiana. La presidenza della Roma ne sollecitò il prestito per la trasferta di Parigi e i dirigenti argentini non ebbero difficoltà ad assecondare la richiesta della società giallorossa. Oltre questi due vittoriosi confronti internazionali i giocatori della Roma ne disputarono a maggio un terzo, battendo in casa lo Zurigo per 3-2. Per i giallorossi realizzarono i gol Bernardini, il solito Volk e Fasanelli. Cinque anni dopo, nel 1934, con un trionfale viaggio in Europa, dalla Jugoslavia all'Olanda, dalla Germania alla Svizzera, i giocatori della Roma dettero alcune prove luminose della loro classe e della raggiunta maturità di tutto il complesso conquistando nove successi su undici partite. La vittoria giallorossa che fece piùsensazione fu quella riportata contro la nazionale olandese, che venne battuta ad Amsterdam per 5-1! Sette giorni prima, a Roma, l'Italia di Pozzo, di Ferraris IV e di Guaita si era laureata campione del mondo. L'Olanda aveva partecipato al torneo mondiale, ma era stata eliminata a Milano dalla Svizzera. I giallorossi seppero dimostrarsi degni dello splendido alloro conquistato dalla squadra azzurra, guidata dal loro capitano Ferraris IV, contribuendo ad accrescere il prestigio del calcio italiano. Quella di Amsterdam fu una vittoria incredibile. Alla presenza di 40.000 spettatori la Roma andò cinque volte in gol con Guaita, Scopelli, Costantino, Guaita e ancora Scopelli. Durante il banchetto ufficiale dopo la partita, i dirigenti olandesi, ancora increduli per la pesante sconfitta esclamarono: «Oggi nessuna altra squadra italiana sarebbe stata capace di fare quello che ha fatto la Roma». La replica venne affidata a Vincenzo Biancone che dichiarò: «La Roma si èclassificata solo quinta nel nostro campionato. Il che vuoI dire che ci sono in Italia ben altre quattro squadre capaci di fare quello che ha saputo fare oggi la Roma». Erano tempi in cui tutti facevano a gara per rivelarsi buoni italiani e Biancone non volle essere da meno.

Tratto da La Roma una Leggenda Editrice il Parnaso

 

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